(Compendio)

A compendio del post precedente.
Un breve testo dell’anno scorso in marcia verso Borca di Cadore prima, e i Balcani poi. Da “Silenzio”.
Calzante, spero. Per chi avesse voglia.
(Grazie al bel libro regalatomi da Luca “Il secolo del rumore” di Stefano Pivato)

“A Vergato ci si entra ed esce per sentieri. Come una volta.  È una specie di oasi al contrario fatta di rumore. Si passa dal silenzio dell’appennino al silenzio dell’appennino usando un arco sonoro come ponte sul fiume Reno.
È il novecento ad aver imposto il dover fare conti con il rumore. Uno degli stravolgimenti più traumatici e su vasta scala a cui l’umanità abbia partecipato, è quello del paesaggio sonoro. E fra i meno ricordati.
Le fabbriche, i mezzi a vapore e poi i motori a scoppio. La bicicletta, il treno il tram. Un’automobile ciascuno. I balli saltati, le quadriglie, cedono lentamente il passo ai balli strisciati. Ai valzer. E per i ricchi, nasce il parquet. Senza contare la prima grande guerra. Le mine, le raffiche di mitragliatrici. Gli aeroplani. La radio e il telefono, voci che da lontano giungono come sconosciute all’orecchio dei fanti contadini. Nella vita civile arriva poi il comizio politico di piazza, il megafono. Gli altoparlanti.
E se le classi operaie preferiscono le osterie e le pergole per spendere le paghe, la classe borghese fugge, si nasconde a chiacchierare nei bar e nei ristoranti.
Il silenzio si fa lusso fino ad imporsi come status symbol. Necessità di buen ritiro, lontano dalla nevrosi del rumore. La villa in campagna, la villeggiatura. Il turismo lontano dagli affollati percorsi di massa”

Zocca (MO) 19 Giugno 2019
Da Vergato a Zocca per 18 Km