| La notte prima |

 

Roma,
venerdì 20 giugno 2014
– 1 giorno alla partenza


E se chiudere la porta
volesse dire aver vinto

qualcosa ne
avrei chiuse un sacco
vittorioso, oramai, ma
navigare nel latte e come
 portarti
le stelle di Orione
i capitani coraggiosi
sulle scie delle balene.
No, non sarai mai, come tua madre ti voleva, non lo sarai mai.
No, non vedrà mai il tuo nome sul giornale, il tuo camice da dottore,
i bambini andare a scuola, perché sei quella che sei.

Nella profonda provincia cinese una montagna rischia di franare a valle distruggendo
il villaggio ai suoi piedi. I cittadini non sanno decidere il da farsi e anche
il consiglio degli anziani brancola nel buio. Toccherà abbandonare il villaggio
e lasciarlo al proprio destino.
Una mattina tutti vedono il vecchio saggio attraversare il paese con un
cucchiaio di ceramica in mano per poi iniziare a scavare la montagna e
spostarla dal suo posto.
Tutti lo scoppiano a ridere e lo prendono in giro, gli gridano: “vecchio
pazzo che fai con quel cucchiaio di ceramica? Non otterrai nulla! Al massimo
romperai il cucchiaio…” e lui: “ Sì, é probabile, ma da qualche
parte tocca pur cominciare”.
Ora, non so dove ho ripescato questa menatona zen, se in un film di Tarantino o
sulla settimana enigmistica, ma mi pareva in ogni caso un buon modo per sintetizzare
il mio attuale stato d’animo.
Un passo dopo l’altro, poi Dio vede e provvede, o chi per lui. Come dire,
inch’Allah. Oppure buena suerte. E speriamo che tutto vada bene. Nulla di molto
complesso, insomma. Confidiamo nel futuro. L’unica cosa che possa fare. Oltre a
cominciare.
Davanti a me, 1500 km e settanta giorni a piedi. Tanto entusiasmo e un
sottofondo di ansia da manuale.
Un ginocchio che fa i capricci e tanta voglia di conoscere, parlare, capire,
chiarire.
Festeggiare i cinque anni della bizzarra agenzia che dirigo scrivendo questo
blog dedicato alla libertà nel senso più ampio del termine.
Libertà. E incontrando tutti gli amici che vorranno condividere un pezzo di
cammino con me chiacchierando riflettendo e scrivendo questo strano diario.
E che l’avventura cominci.
Comunque di certo non ci si può tirare indietro proprio ora.
Gli sfottò degli amici mi seppellirebbero, mannaggia a me e alla mia lingua
lunga.