• ZEUS NON E’ UN DRONE •

05 Settembre 2015, Metaponto Lido – Marconia
Km percorsi: 17

Scena 10

La mattina arriviamo alle tavole palatine, tempio greco. Da qui, nel VII sec. a.c., l’ellenismo si insinuò fra le genti italiche per non andarsene più. Portando filosofia, pensiero. Portando l’architettura dei templi a celebrare il suo phanteon divino.
Sotto l’ombra di un pino Ivan suona il corno e Maurizio la chitarra come fossero due satiri rapiti dall’arte.
Risulta davvero bizzarro vedere apparire sul viale, un drone seguito da una coppia di sposi.
Bellocci entrambi, anche se leggermente insalamati negli abiti buoni della festa.
Lui, tutto rosso in faccia, di grigio vestito, si muove con la scioltezza del ciclista costretto a mettersi giacca e cravatta per la televisione. Lei, più spigliata e a proprio agio, sventola il velo controluce in pose plastiche.
Il fotografo-pilota fa passaggi radenti sulla loro testa in riprese alla Kubrick esclamando: “Bravi!Bellissimi! Antonio, baciala sul collo! Ecco così, bravooo”.
Non riesco a decidermi per il meravigliosamente surreale, o il tremendamente burino. Di sicuro, osservo rapito.
E mi chiedo che ne penserebbe Pitagora. Se sarebbe meno impietoso del sottoscritto.
Ce ne andiamo per non intralciare.
“Ecco brava! Ora abbraccialo da dietro…”

Scena 11

Marconia sono gli occhi di Luigi, otto anni.
Ci guarda passare con sguardo torvo, con la faccia di quei bambini che sembrano adulti e paiono avere già la saggezza dei vecchi. Quei bambini di otto anni che, ai bambini di otto anni di Cuneo, se li mangiano vivi.
Marconia magari non sarà una bellezza, ma ci sentiamo a casa nel giro di due minuti. Da quel che capiamo è una sorta di cittadella dormitorio del vicino borgo di Pisticci costruito in epoca mussoliniana. Piazza e campanile centrali, non lasciano scampo, ma guai a dirlo. Qui, orgoglio e campanilismo, abbiamo imparato essere una costante imprescindibile.
“Sulla cartina pare pure una mezza svastica…” nota Ilaria “…sarà un caso?”
Dopo aver conosciuto alcuni nuovi amici, la sera siamo sul palco centrale per la festa del paese a suonare con loro e a spiegare Lucania-walk in progress. Applausi a cascata come étoile dell’Opera di Parigi. Grande soddisfazione. Baci, abbracci, foto e promesse.
Luigi sul palco balla da giovane tarantolato, non facendosi scappare mai manco per sbaglio un sorriso. Sventola una maglia a mò di gonna.
Per lui è questione di virilità, fa parte della sua storia e di quella dei suoi genitori, in barba alle risatine divertite del pubblico che tiene il tempo battendo le mani.