PERCEZIONE#217 (una proposta – 2021)

Nulla è più incerto e aleatorio della percezione di ognuno.

Nulla è più fragile di quella visiva.

Basti pensare in termini assoluti al bianco.

Oppure i colori.

La scultura luminosa dal titolo “PERCEZIONE#217” proposta dal Laboratorio errante di indagine visuale – Around The Walk  vuole essere spunto per una riflessione sulla fragilità del paesaggio contemporaneo in relazione a quel processo che dal 1997 il filosofo parigino Alain Roger  identifica come “Artialisation”

Un’operazione artistica che però al contempo mira ad essere di forte tributo al territorio e invito alla memoria condivisa.

L’immagine scelta per questa opera in forma di Lightbox è infatti selezionata fra una serie di immagini scattate nel 2019 nei mesi a ridosso dell’evento catastrofico causato dallo scatenarsi della tempesta nota come Vaia, che nei giorni fra il 26 e 30 Ottobre 2018 ha martoriato diverse località prealpine e dolomitiche soprattutto in Veneto e Trentino – Alto Adige.

“La natura è indeterminata e non riceve le sue determinazioni se non nell’arte” afferma Alain Roger.
Il paesaggio è quindi da intendersi come un’invenzione culturale?

Di sicuro non è soltanto “fisico” o “geografico”, costituito da delicati ecosistemi, biodiversità ed equilibrio naturale.

Questa è la condizione sine qua non per ogni tipo di riflessione e percorso che a ben guardare fa intuire come il paesaggio – forse e soprattutto – possa essere inteso come frutto di un processo di metamorfosi, l’artialisation, che ha del soprannaturale, nel senso di non naturale e mediato cioè dalla lente dell’interpretazione culturale.

Il Paesaggio esiste in quanto tale perché punto di partenza e arrivo di una “rete semiotica sofisticata”, considera a riguardo il teorico del paesaggio Michael Jackob, ed è in continua evoluzione lungo i secoli grazie all’opera di scrittori, poeti, pittori, fotografi e artisti che costruiscono modelli che continuano a influenzare il come guardare al paesaggio.

Se parlare di paesaggio vuol quindi dire riflettere di arte e rappresentazione, si tratta innanzitutto di parlare di “percezione”.

L’opera “PERCEZIONE#217” è una scultura fotografica in forma di Lightbox, una scatola luminosa di grandi dimensioni (130x130x20 cm), hand-made in abete rosso proveniente da alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, e alimentata in maniera autonoma grazie ad un impianto fotovoltaico (pannello solare amorfo 100W 350 mA, per led da 12V), fruibile accesa come spenta, e quindi in piena luce come al buio, grazie all’opportuna tecnica di stampa utilizzata per il cristallo frontale retroilluminato dell’opera stessa.

Un’opera quindi, del tutto ecosostenibile nell’utilizzo di risorse naturali tipiche del territorio alto atesino e di rimando storico alla drammatica vicenda del 2018.

La cifra “217” presente nel titolo dell’opera si riferisce ai 217 Km/h delle raffiche di vento registrate dalla stazione meteo di Passo Rolle durante la tempesta Vaia, valori che la pongono nella condizione di “Uragano” e non di “Tempesta” secondo la scala Beaufort.

La post produzione digitale della fotografia frontale dell’opera “PERCEZIONE#217”  intende creare un’ambiguità percettiva nell’osservatore, che è vittima inconsapevole di un’ illusione ottica cromatica.

Un disagio nel vedere, che non gli permetterà di distinguere con precisione se il paesaggio che sta osservando nella fotografia sia effettivamente colorata oppure in bianco e nero.

Questo è possibile mediante l’apposita sovrapposizione alla fotografia proposta, della “Color Assimilation Grid Illusion” generata grazie al software open source ideato dallo sviluppatore  Øyvind Kolås, creato proprio per questa finalità e reso pubblico on line.

Si viene così a innescare in chi osserva una continuità fra paesaggio reale nel quale è immersa l’opera e la rappresentazione di una porzione di esso, atta ad un doppio livello di lettura: quello “concreto” e quello “mediato” che risulta appunto indefinito e percettivamente incerto, fragile.

L’opera non sarà costruita in loco, ma trasportata per essere semplicemente assemblata e resa funzionante nella location destinata ad essa.

Verrà invece precedentemente reperito in loco il legno per la sua realizzazione.

N.B. COME FUNZIONA LA GRIGLIA?

La griglia di assimilazione del colore permette di creare un’ambiguità percettiva dei colori di una fotografia.

Se da una parte procede ad una desaturazione, dall’altra elabora una griglia di colori che sovrapposta opportunamente in termini di intensità e densità del reticolato, mette chi osserva l’immagine nella condizione di non riuscire a distinguerne la vera natura di colore o bianco e nero.

È da notare come l’effetto ottico sia più o meno evidente allontanando o avvicinando l’immagine, con un punto preciso di “massimo effetto” in relazione alla reale dimensione della fotografia stessa.

Questo è evidente in un file, ingrandendolo o rimpicciolendolo sul monitor.

Marzo 2021
Impruneta, Firenze.
Lightbox, modello in scala dell’opera.

 VAIA:
VENTO
Durante l’uragano Vaia furono raggiunte raffiche di vento in Veneto di 192,24 km/h registrate dalla stazione Arpa del monte Cesen e di 166,68 km/h dall’omologa stazione del monte Verena, mentre in Carnia si sono toccati i 200 km/h e i 170 km/h rispettivamente nelle stazioni Osmer di Cima Rest e di Col Gallina (Polcenigo).
In Trentino, sul Passo Rolle, il vento ha raggiunto i 217,3 km/h.
PIOGGIA
Caddero al suolo in soli tre giorni (27, 28 e 29 ottobre) sulle aree montane del Veneto e del Trentino 715,8 mm di pioggia registrati nella stazione di rilevamento a Soffranco.[9]
ALBERI E SUPERFICIE
Per quanto concerne le foreste, a causa del vento secondo le stime sono stati abbattuti da 14 ai 42 milioni di alberi su una superficie di 41 000 ettari.
In numeri assoluti, sono state le Valli di Fiemme e di Fassa a soffrire i maggiori danni della tempesta Vaia: 1,3 milioni di metri cubi di alberi schiantati. Poi il distretto forestale di Pergine, quelli di Borgo e del Primiero.
Nel solo Trentino, 4 milioni di metri cubi di legname abbattuto. Abete rosso 65%, bianco 17%.
ZONE PIù COLPITE
L’uragano Vaia ha interessato il nord-est italiano, quasi essenzialmente l’area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete.
Le zone più colpite dal vento sono state l’Altopiano dei Sette Comuni (soprattutto la Val d’Assa e la Piana di Marcesina), la Val Visdende, l’Agordino (Alleghe, Canale d’Agordo con la Valle di Gares, Colle Santa Lucia, Falcade con la Valle del Biois, Rocca Pietore e l’intera Valle di San Lucano a Taibon Agordino), l’area circostante il Lago di Carezza, le Valli di Fassa e di Fiemme (in particolare Paneveggio) e l’Altopiano di Piné oltre che varie zone della catena del Lagorai. Anche parte della Regione Lombardia (soprattutto la Valcamonica) è stata interessata dagli eventi, le zone più colpite sono state il Passo Crocedomini nel comune di Bienno e i comuni di Paspardo e Cimbergo, nonché diverse aree nei Comuni di Sonico e Ponte di Legno.